Lidia Zanetti Domingues
Gran Bretagna – ottobre/novembre 2020
Il ruolo di Dio e il ruolo del Comune: cambiamenti di atteggiamento nei confronti della pena di morte nelle città-stato italiane, 1260-1360 ca.
L’opinione popolare ha spesso influenzato la determinazione dei limiti della violenza giudiziaria in Europa. Questo progetto consiste in un’analisi dettagliata degli atteggiamenti laici e religiosi nei confronti di tale violenza nel periodo intorno al 1260-1360, attraverso casi di studio ricchi di fonti documentarie recuperate soprattutto presso gli archivi di Firenze e Siena. In questo periodo, in Europa occidentale furono introdotte sostanziali riforme penali che portarono ad un maggiore uso delle punizioni corporali. Parallelamente, si modificarono anche gli atteggiamenti religiosi nei confronti di questo fenomeno: nel XIV secolo furono per esempio fondate le prime confraternite dedite all’assistenza spirituale dei condannati a morte. Le ragioni politiche e religiose di questi cambiamenti, la loro cronologia dettagliata e gli atteggiamenti delle diverse categorie sociali nei loro confronti, non sono stati ancora studiati a fondo. Questo progetto si propone di farlo, combinando lo studio di teorie e pratiche della giustizia penale di origine secolare e religiosa e la storia delle emozioni legate a questi fenomeni.
Maria Abruzzo
Italia – luglio 2020/gennaio 2021
Nuovi razzismi e radicalizzazione dell’intolleranza nella Regione Toscana: uso e abuso dei simboli religiosi
Lo studio è stato realizzato nell’ambito del progetto promosso dalla Regione Toscana nel 2020, finalizzato a esaminare nuove forme di razzismo e radicalizzazione dell’intolleranza nel territorio. Tale studio mira a osservare le possibili cause alla base dello sviluppo di idee ostili e comportamenti violenti, di fenomeni come la marginalizzazione sociale e la polarizzazione ideologica. Pone enfasi, inoltre, sui concetti di identità e affiliazione identitaria, intolleranza, così come sui processi di radicalizzazione (e relativi potenziali epiloghi) e sulla pervasività delle narrazioni che hanno luogo nella dimensione reale e in quella virtuale. La ricerca fornisce approfondimenti teorici destinati agli insegnanti, suggerimenti aggiuntivi e schede didattiche per gli studenti, al fine di affrontare tali tematiche in classe mediante l’ausilio di diverse risorse. Ancora, essa fornisce fonti dirette, ospitando i contributi di rappresentanti di diverse comunità presenti nel territorio toscano: le comunità islamica, ebraica e sikh. Tali contributi forniscono spunti di riflessione per docenti e studenti, favoriti dalla condivisione di esperienze da parte di accademici e guide religiose.
Olga Kusenko
Russia – maggio/giugno 2019
Riflessioni sulle vie della cultura cristiana nel XX secolo. Il caso delle ricerche russe sul pensiero filosofico rinascimentale (Zabughin, Anan'in, Bibikhin)
Gli studi di italianistica in lingua russa hanno visto un periodo di straordinaria fioritura all’inizio del Novecento e per tutto l’arco del secolo scorso. L. Karsavin, V. Ern, B. Jakovenko, N. Ottokar, V. Zabugin, E. Anagnine, P. Bicilli, A. Losev, N. Revyakina, V. Bibikhin e molti altri autori hanno contribuito in modo sostanziale allo studio delle correnti del pensiero italiano. In particolare, le ricerche sulla vita religiosa e sul pensiero filosofico del Medioevo e del Rinascimento italiano ricoprivano un ruolo cardine nelle riflessioni di questi autori, per i quali il lavoro intellettuale non significava semplicemente esercizio accademico, ma anche e soprattutto un’occasione di partecipazione attiva nella riflessione sui destini del cristianesimo e dell’uomo contemporaneo.
La mia ricerca ha lo scopo, in primo luogo, di fornire un quadro della tradizione degli studi russi novecenteschi sul pensiero italiano, per contribuire alla comprensione critica di un tradizione così ricca. In secondo luogo, la ricerca intende evidenziare il desiderio di questi pensatori di far interagire l’oggetto dei propri studi (in questo caso, il Rinascimento italiano) con la riflessione a loro contemporanea sulla crisi della modernità e della spiritualità, con lo scopo di trovare una via d’uscita.
La mia ricerca ha lo scopo, in primo luogo, di fornire un quadro della tradizione degli studi russi novecenteschi sul pensiero italiano, per contribuire alla comprensione critica di un tradizione così ricca. In secondo luogo, la ricerca intende evidenziare il desiderio di questi pensatori di far interagire l’oggetto dei propri studi (in questo caso, il Rinascimento italiano) con la riflessione a loro contemporanea sulla crisi della modernità e della spiritualità, con lo scopo di trovare una via d’uscita.
Daria Dubovka
Russia – ottobre 2018
La riscoperta in età contemporanea del misticismo monastico cristiano, tra Italia e Russia, da parte di suore e monaci
I contemporanei processi di secolarizzazione e sviluppo economico sfidano i tradizionali modelli di vita monastica. Le comunità dei monaci sono alla ricerca di nuove vie per l’ascesi e pratiche per l’avvicinamento a Dio. Durante questo percorso, le suore e i monaci virano verso altre tradizioni religiose. Tra le varie pratiche della chiesa ortodossa orientale, l’esicasmo è diventato particolarmente popolare. Il principio fondante di questa tradizione è il raggiungimento della deificazione attraverso l’incessante reiterazione della preghiera a Gesù: “Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me, peccatore”. Nella mia ricerca ho indagato sui motivi di tale popolarità, sull’adattamento dell’esicasmo alla condizione economica dei monasteri di oggi, e la sua conciliabilità con il concetto di “energie divine” nell’epoca dei culti New Age.
Shkelzen Hasanaj
Albania – giugno/dicembre 2018
Nuovi razzismi e radicalizzazione dell’intolleranza nella Regione Toscana: uso e abuso dei simboli religiosi
Nell’ambito della riflessione sul tema dei nuovi razzismi ed in particolare sul radicamento dei fenomeni di intolleranza in Toscana, lo studio si propone di analizzare da un lato l’utilizzo dei simboli religiosi negli spazi pubblici, dall’altro come questo possa contribuire alla diffusione di forme di xenofobia, con specifico riferimento alla crescita progressiva dei movimenti con connotazione razzista.
La ricerca punta a valutare la possibilità dell’implementazione di percorsi di alfabetizzazione religiosa nelle scuole come risposta istituzionale ai nuovi razzismi. L’obbiettivo è, dunque, quello di riflettere sullo stato attuale delle politiche promosse nelle scuole della Regione.
La ricostruzione e il confronto tra varie esperienze scolastiche consentirà di valutare le problematiche, i fenomeni di disagio e di marginalizzazione che eventualmente i membri delle comunità islamiche si trovano a dovere affrontare, con particolare riferimento ad alcuni usi e consuetudini religiosi, specie riguardo alla esposizione dei simboli di appartenenza nei luoghi pubblici.
La ricerca punta a valutare la possibilità dell’implementazione di percorsi di alfabetizzazione religiosa nelle scuole come risposta istituzionale ai nuovi razzismi. L’obbiettivo è, dunque, quello di riflettere sullo stato attuale delle politiche promosse nelle scuole della Regione.
La ricostruzione e il confronto tra varie esperienze scolastiche consentirà di valutare le problematiche, i fenomeni di disagio e di marginalizzazione che eventualmente i membri delle comunità islamiche si trovano a dovere affrontare, con particolare riferimento ad alcuni usi e consuetudini religiosi, specie riguardo alla esposizione dei simboli di appartenenza nei luoghi pubblici.
Sam Kennerley
Gran Bretagna – giugno 2018
Latini, Greci e Cristiani d'Oriente nella corrispondenza di Marcello II Cervini
Il mio progetto di ricerca esamina la corrispondenza di Marcello II Cervini (1501-1555), gran parte della quale è conservata nell’Archivio di Stato di Firenze. Questi scambi epistolari sono noti agli studiosi poiché risorsa di inestimabile valore per la storia del Concilio di Trento e dell’Inquisizione. Ad ogni modo, il mio studio si propone di analizzare questo corpus di lettere in toto, usandolo come fonte per la storia di Greci e Cristiani d’Oriente nell’Italia della prima età moderna. Pertanto mi auguro di riuscire a rendere chiare tanto le prospettive ortodosse quanto quelle di Cattolici e Protestanti sulla Riforma.
Mingguang Xie
Cina – maggio 2018
Le lingue delle missioni: i Gesuiti e la Cina dopo Matteo Ricci, XVI-XVII secolo
Il mio progetto di ricerca intende proseguire nello scavo archivistico dei rapporti tra i missionari occidentali, in particolare i gesuiti, e il mondo cinese degli ultimi decenni della dinastia Ming. Durante il lavoro di dottorato mi sono occupato di un testo scritto in Cina nel 1626 da Nicolas Trigault, gesuita fiammingo: lo Xi Ru Er Mu Zi, “una guida per gli occhi e gli orecchi dei letterati occidentali”, composto per aiutare l’apprendimento della lingua cinese mediante la latinizzazione dei suoi caratteri. Lavorando presso gli archivi e le biblioteche fiorentini e romani, è mia intenzione approfondire le modalità di conoscenza e di comprensione della cultura cinese da parte degli occidentali che vi entrarono in contatto nel corso dell’età moderna.
Anna Clot-Garrell
Spagna – febbraio 2018
Il concetto della diversità religiosa nell’Europa contemporanea. Il caso dei luoghi plurireligiosi.
La mia ricerca si concentra sui temi che riguardano la materialità e la spazialità della religione. In particolare, il mio studio si sofferma ad analizzare la dimensione entro la quale si muove la politica in materia di diversità religiosa, prendendo in esame i luoghi plurireligiosi in Europa. Partendo da una mia precedente ricerca su analoghi luoghi presenti in Spagna, coglierò l’occasione di questa borsa di studio per sviluppare un quadro teorico che dimostri come, storicamente ed empiricamente, esistano dei luoghi plurireligiosi di coesistenza pacifica in Italia. Il mio progetto vuole cercare di costituire una mappa per il futuro in chiave internazionale e inter-istituzionale.
Babere Kerata Chacha
Kenya – gennaio 2018
Religioni, etnie e mobilitazione politica in Kenya, 1990-2017
Negli ultimi decenni, la crescente partecipazione del clero nella sfera politica e il suo ruolo nei conflitti etnici ed elettorali ha sorpreso coloro che osservavano la politica del Kenya dall’esterno. Sviluppi di questo tipo hanno creato intrecci complessi nelle dinamiche e nella natura della religione stessa in Kenya. Questa situazione si potrebbe anche legare alla decadenza irreversibile dei luoghi che tradizionalmente ospitavano il dibattito pubblico, che causa la perdita di coinvolgimento politico oltre che del senso originario dei suddetti luoghi pubblici. Ne consegue la difficoltà di costruire un senso di identità civica nei cittadini, distruggendo di pari passo l’originale significato di “cristianità tradizionale”. Fattori culturali ed etnici hanno assunto dunque sempre più importanza per la popolazione nella ricerca dei valori sui quali costruire le speranze per il loro futuro. La mia ricerca analizza sia i luoghi sacri che profani come posti di controversie che riguardano i ricordi del passato, le differenze di valori, conflitti di interessi, racconti contrastanti su ciò che succede nel Paese ecc… Attraverso un approccio storico, prendo in esame la maniera in cui oggi in Kenya vengono creati spazi pubblici e secolari, arrivando alla conclusione che in Africa il senso di appartenenza etnica viene instillato tramite le continue tensioni che si creano tra gli spazi della politica e della religione.
Marianne Ritsema Van Eck
Paesi Bassi – settembre 2017
Il Sacro Monte di San Vivaldo e il movimento degli Osservanti Francescani
Il mio progetto di ricerca si incentra sul Sacro Monte francescano di San Vivaldo, altrimenti detto la “Gerusalemme di Toscana”. Nei pressi di Montaione, è situato questo santuario medievale fatto da tante piccole cappelle che insieme rappresentano la geografia della Terra Santa. La mia ricerca sottolinea la funzione primaria di San Vivaldo come spazio francescano di eremitaggio per l’ordine degli Osservanti. Grazie alle mie conoscenze approfondite sulla letteratura e l’ideologia del movimento francescano degli Osservanti, ho voluto integrare il sacro monte di San Vivaldo, ancora troppo poco studiato, nel discorso storiografico sui Sacri Monti italiani, sul movimento francescano e sulla storia religiosa. Infine, il mio lavoro vuol contribuire alla ricostruzione della storia dei primissimi Sacri Monti, riconducendo il fenomeno ai frati francescani, con riferimento e confronto con i Sacri Monti di La Verna, in provincia di Arezzo, e Varallo, in Piemonte.
Giuseppe Emiliano Bonura
Italia – maggio 2016/febbraio 2017
Edizione critica delle lettere 1944-1963 tra Giovan Battista Montini e Giorgio La Pira
L’edizione critica dei testi si è basata sullo studio delle lettere conservate nei tre fondi archivistici oggi accessibili: l’archivio della Fondazione Giorgio La Pira, gli Archivi Storici dell’Arcidiocesi di Milano e dell’Istituto Paolo VI di Concesio (Brescia). Il lavoro è stato preceduto dallo studio del materiale a disposizione: è’ stato quindi ripercorso il modo in cui si è formata e conservata la corrispondenza all’interno dei rispettivi archivi; è stato verificato il metodo di inventariazione; sono stati messi a confronto i materiali conservati tra Firenze, Milano e Concesio; sono state infine ipotizzate le ragioni di una lacuna nella corrispondenza tra il 1944 e il 1950. L’edizione presenta l’ultima versione disponibile dei testi, quella quindi effettivamente letta dai corrispondenti, mentre in apparato sono registrate le varianti genetiche.
Maria Chiara Rioli
Italia – maggio 2016/febbraio 2017
Edizione critica delle lettere 1944-1963 tra Giovan Battista Montini e Giorgio La Pira
Ho curato l’apparato storico dell’edizione critica del carteggio tra Giovanni Battista Montini e Giorgio La Pira, dagli anni Quaranta fino all’elezione del prelato bresciano a pontefice nel giugno 1963. L’apparato storico-critico, basato sulla consultazione di vari archivi, corrispondenze, fonti a stampa, si propone di aiutare il lettore nella piena comprensione delle vicende politiche, ecclesiali, sociali e individuali affrontate nelle lettere, consentendo di far luce sul dialogo tra due delle figure più rilevanti del Novecento italiano.
Claudio Mancuso
Italia – luglio/dicembre 2015
La Via Crucis nella società italiana. Politica, fede e propaganda durante la Grande Guerra
Il progetto di ricerca ha avuto come obiettivo la ricostruzione del ruolo e dell’utilizzo del pio esercizio della via crucis nella società italiana durante la prima guerra mondiale. Il fine dello studio è stato quello di evidenziare la duplice valenza di una pratica devozionale così radicata nel tessuto sociale sia come fattore di identificazione religiosa, sia come strumento di propaganda. In particolare, l’analisi del ruolo della via crucis nell’Italia della Grande Guerra è stato inserito all’interno di tre cornici culturali e politiche più ampie: innanzitutto l’impatto delle pratiche devozionali nella società di guerra (sia sul fronte interno, sia sulle trincee e sui campi di battaglia); in secondo luogo il ruolo della Chiesa nella mobilitazione e nella propaganda a sostegno dello sforzo bellico; infine l’utilizzo del sacro e del soprannaturale nella rappresentazione del conflitto. Quello che poteva assumere i contorni di un ambito di ricerca marginale nell’economia di un evento così ampio e complesso, quale appunto la Grande Guerra, ha rivelato invece delle connessioni inaspettate, mostrando come l’approfondimento delle questioni culturali e simboliche rappresenti la nuova cruciale frontiera degli studi sul primo conflitto mondiale.
Maria Chiara Succurro
Italia – luglio/settembre 2015
Alchimia e scienza francescana nel XIII secolo. Un caso di studio
L’oggetto della ricerca è un’inedita enciclopedia alchemica, compilata intorno alla fine del XIII secolo e trasmessa da un gruppo di manoscritti più tardi, che presenta grandi problemi per quanto riguarda la sua datazione, struttura e paternità. Lo scopo è stato quello di studiare l’opera con una metodologia rigorosa dal punto di vista testuale e filologico, tutti aspetti riguardo ai quali gli studi precedenti sono stati elusivi. I risultati della ricerca sono attualmente in fase di peer-review.
Laura Fenelli
Italia – settembre 2014/febbraio 2015
La topografia devozionale di un’immagine miracolosa nel mondo post-tridentino: l’icona di san Domenico di Soriano
L’immagine di San Domenico di Soriano è una raffigurazione non dipinta da mano umana del fondatore dell’ordine domenicano: l’icona arrivò nel convento calabrese di San Domenico di Soriano nella notte del 5 settembre del 1530, trasportata miracolosamente dalla Vergine Maria, Santa Caterina d’Alessandria e Maria Maddalena. Insieme a un’analisi delle fonti storiche e agiografiche relative alla storia dell’icona e ai miracoli da essa compiuti, la ricerca si è focalizzata sulla diffusione delle copie dell’immagine, presenti in quasi tutte le chiese domenicane dalla seconda metà del XVII secolo. Lo studio di come il culto miracoloso si diffuse dall’Italia meridionale alle Americhe e all’estremo Oriente solleva numerose questioni critiche e metodologiche sul ruolo delle icone miracolose dei santi e delle loro copie nell’età della Controriforma, sulla relazione tra immagini e reliquie, e sull’utilizzo delle immagini di culto per “colonizzare” l’immaginario dei fedeli.
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